sabato 16 giugno 2012

ripensamenti

seno gonfio. svenimenti inusuali. e poi stanchezza. e poi sonno. no, un 'altra volta. no, un altro figlio. appena l'ho scoperto l'ho chiamata. sono stata fotunata. era d'estate. l'ho chiamata, angela, la mammana.

no, per telefono, no arrivo subito e vediamo quello che si può fare.

aspetto. e prego. fai presto, angela. adesso che sono sola. qui in questa baita di montagna sotto il cileo
d'estate. dimmi cosa devo fare che io un altro figlio non lo voglio

eccomi, eccomi. mi tasta il ventre. mi tasta i seni. le mani adunche e ruvide.

ecco quello che devi fare.

per giorni e giorni, ogni mattina il mio risveglio era di fuoco. acqua come fuoco versata sui piedi, acqua come fuoco versata sul ventre. i denti stretti a chiudere il dolore dell'acqua come lava. ma io questo figlio non lo voglio. i piedi rugosi e rossi ammollati come il pane per le polpette.
giorni e giorni di questa abluzioni. alla fine ne ho perso il conto.

la pancia spuntava contro il fuoco e le polpette. il seno stillava promesse di latte.
niente, niente da fare. tu c'eri e volevi uscire da me. io c'ero e non ti volevo.
ho smesso di combattere.

quando sei nata, ti ho amata subito. ti ho amata di più perchè ti volevo di meno.
adesso che la pelle si arrende alle pieghe del grasso, solo io continuo a sapere. solo io continuo a vederla.
è una cicatrice. con tante striature bianche.

lunedì 4 giugno 2012

parole i bimbi, sette

"lori scendi dai buchi e ti porto a fare la cacca...tieni stretto il culetto, tienilo stretto!!!...non fare la cacca!!!" (a lorenzo, tre anni e mezzo)

"ma perchè fai lo stupido?" (a manuel, tre anni e mezzo)

"tanto tra un pò arrivano le guardie e dobbiamo andare via...e comunque adesso basta che voli troppo alta!" (a serena, tre anni)

"ci vuoi tornare sulla rete? allora scendi!" (a matteo, cinque anni)

"vogliamo andare a casa? la nonna ti dà la cotoletta...buona, buona!" (a davide, 3 anni)

" se non ci sono bimbi, non ti ci fa andare il signore sulla giostra che gira....ci può andare?...mamma mia che paura sto' coso!....devi stare ferma, ferma, eh!....guarda, guarda come stai immobile!" (a veronica, quattro anni)

"tu tetti, io leggo" (a clara, 23 mesi)

"tu sei proprio un monello! devi essere più espansivo!" (a fausto, 18 mesi)

"vai..vai là che c'è mangiafuoco!" (a giorgia, 2 anni)

venerdì 1 giugno 2012

la mia mamma sta con me

La mia mamma sta con me
Claudia Porta è una blogger (lacasanellaprateria.com) bella, magra e felice.  Sulla copertina del suo ultimo libro, La mia mamma sta con me, conciliare famiglia e lavoro grazie a internet (Il leone verde editore, 16, 00 euro), guarda con dolcezza i suoi bimbi (due dei tre) mentre giocano. Davanti a lei un computer bianco. Alle sue spalle il nitore della luce di Provenza, dove vive.
Claudia Porta è intelligente. Ha saputo coniugare impegno e passione declinando la sua mammitudine in ricchezza.
La mia mamma sta con me si legge d’un fiato. Perché è un diario, un prontuario, un pozzo di consigli che raccontano di chi c’è l’ha fatta. Di chi è riuscito a trovare un equilibrio, sfatando il mito della perfezione che vuole le donne-mamme, tutto-fare e a ogni costo.
Organizzando la sua giornata, facendo famiglia con un marito che, per un certo lasso di tempo, si è trovato a fare il mammo-casalingo.
È la storia di come tutto questo sia stato possibile: una passeggiata sulla promenade a Montecarlo, (dove vendeva yacht di lusso a lussuossimi clienti) con il primo figlio al seguito e un incontro. Un papà tedesco avviluppato al suo bambino in uno sfolgorante mei tai.
Così accade che Claudia s’ingegna e inizia a realizzarli. Così accade che con costanza, cuore ed emozione fa l’impresa. La sua.
Mentre sfogli le pagine hai voglia di andare avanti fino alla fine. Di cacciarti da dosso quello svilimento che ti prende quando senti di non avere energie perché tutto, proprio tutto non riesci a farlo.
Di quella nostalgia per qualcosa di tuo che potresti realizzare, ma non sai ancora come. Insomma, questo libro traccia un sentiero. Da seguire. E ci sono tante altre donne che, alla fine del libro, raccontano di come hanno trovato il loro.
Grazie Claudia.