venerdì 30 marzo 2012

parole ai bimbi, uno

"guarda, guarda, com'è brava la bimba: sta nel passeggino.
dove si mettono le manine?
che ti imparato la tata? che ti ha imparato?
fai il baciamano alla bimba...
no, non vuole il baciamano. no, non lo vuole. nooo, fallo a me! (a mirko, 20 mesi)

"giorgia, posso dirti che sei FORTUNASSIMA? hai trovato due pupazzetti nelle patatine" (a giorgia, 4 anni)

"ciao passerotto! mangia tutta la pappa che quando mamma torna ti adora le manine" (a gianni, per telefono, 2 anni e mezzo)

"le patatine le compriamo quando torniamo, se ti sei comportato bene"
"mamma, le patatine le compro senza pagare"
"mettile a posto! che ti ha detto papà" (a federico, 4 anni)

martedì 27 marzo 2012

Mamma S.

mamma S. si trascina una gamba. No, la stampella no perchè assomiglierebbe ad un cane senza una gamba. ne ha visto uno correre per strada: uno spettacolo innaturale.
no, la stampella no, perchè non potrebbe trotterellare fino al parco o fino alla fontanella o fino allo sportello della macchina. e poi gli altri bambini cosa direbbero? sanno essere taglienti i bambini.
e lei, lei non è una mamma da meno. solo si strascina una gamba. e al parco, alla fontanella o allo sportello, arriva esausta. un sorriso largo stampato sul viso, che sciolga la fatica. ha imparato a resistere. a essere normale. a perdersi nei perchè di babybimba cantilenati da casa fino al parco e fino ai possibili plausibili della sua fantasia. "perchè la chiocciola è qui?". "perchè le margherite sono bianche?". "perchè sul muretto dove ci sono i formicai, non posso camminare?". e mamma S. risponde. respira e risponde. implacabile. non lascia appesa nessuna domanda perchè i bambini hanno bisogno di risposte.

giovedì 22 marzo 2012

lanci

il bello di essere piccoli è che puoi scagliare le cose e urlargli appresso: NOOOOO!!!!
è così che i piccoli scaricano le loro frustrazioni. la loro impotenza. la loro rabbia.
sentono e lasciano fluire. chiaro. immediato. terribilmente bambino.
un grande è diventato grande perchè ad assistere a certi lanci, inarca le sopracciglia. corruga la fronte. s'inalbera e si erge in tutta la sua altezza. come una torre, torreggia con il fardello del suo raziocinio.
Trasforma il suo corpo in una cantilena: "non-si-fa, non-si-deve, non-si deve, non-si-fa" che ammanta un domandone:
Perchè tu si e io no?

domenica 18 marzo 2012

il posto delle fragole

un banchetto cioccolatoso, fuori dallo sguardo indagatore di papà-papone, meglio noto come signor m. (hai mangiato? cos'hai mangiato? solo questo mangi?). mollica, integrale, e cioccolata. al latte, spessa che fa skrunch quando la mastichi. oblio sublime. perchè emme ha sbottato. ha urlato come la mamma del pinguino di urlo di mamma, per farsi sentire. per imporre l'autorità dell'antibiotico ad una minou che dardeggiava NO belli decisi.
"non puoi scegliere, devi!"
"ha il sapore delle fragole", voce maschile suadente
"non mi piacciano le fragole", sentenzia minou...e continua: " la suppostina gialla no, la mettiamo lunedì!"
su tutte si alza tonante quella di emme con un DEVI che riempie la casa. è stata sicuramente la notte non dormita, la stanchezza che sa dove puntellarsi...l'intruglio bianchiccio e fragoloso trova la strada della bocca di minou. dopo circa un'ora è riverso sul cotto schifiltoso: "non mi piacciono le fragole"
al secondo tentativo, l'obiettivo è colpito e affondato.

nessun dilemma

febbre, febbre, febbre e ancora febbre. con la rassegnazione di un monaco tibetano, minou sopporta gli assalti dei trentanove e sei gradi celsius. non parla. la voce, un sussurro. le braccine tese. una domanda muta. e si, ti prendo. e si, passiamo insieme ginevra, l'aspirapolvere che il pavimento è soffocato dalla polvere e lucia, che-lo-sporco-porta-via, ha dato buca all'ultimo momento. e si, teniamoci abbracciate mentre parlo al telefono per posticipare un inpserato colloquio di lavoro. ho trovato comprensione dall'altro capo del filo. nessun problema, dunque. nessun bivio.
mamma a tutto tondo.
non ha voce il dilemma figlio o lavoro.
ci sono. sono qui per te.

sabato 17 marzo 2012

febbre, ancora febbre

un'altra notte di declamazioni angeliche o delirium febris. minou è ancora malata. ecco la lista dei perchè rilevati alle due. perchè quando ho la febbre a 39 e 1 devo mettere la tapipirina? perchè martina ha pianto al parcogiochi? perchè ho sentito un pianto? perchè non stiamo appicicate in piedi?
voce maschile fuori campo: minou, dormi, dormi adesso. no, sto così perchè mamma mi sta lavando. traduzione: emme sta frizionando le gambette bollenti di minou con una manopolina viola che esala nuvole di fumo ad ogni picchiettio.
bis di voce maschile fuori campo: dai mettiti con la testa sul cuscino....vabbè vado a fare il piccolo chimico. con alambicchi e siringoni il signor emme prepara la pozione antibiotica. una carica di soldatini fragolosa e bianchiccia.
ore tre. un colpo ti tosse e....andiamo a vomitare. l'ordine è perentorio. più veloce dei piedi di emme. una scia. una mano sulla fronte. tutto finito. tutto passato.
minou è accucciata su emme. si abbracciano nel lettone. tutto finito tutto passato. le tre e mezza. silenzio. lieve ronfare. è bello, bello assai guardarli mentre dormono. indifesi e senza perchè. ne vale la pena, davvero. comunque, anche se non c'è Peppa.

venerdì 16 marzo 2012

febbre

Quando minou ha la febbre emmedimamma si sente risucchiata. Come se l'avesse di nuovo in pancia. Un viluppo di umori e di pelle. Un cordone che, deformato, in braccia e gambe e mani prensili, si accoala come fosse un eucalipto. Emmedimamma si sente troppo presa da quel groviglio. Toppo consapevole del potere defatigante, assoluto, della dipendenza. Si ripete come un mantra che non ce la fa più, non ce la fa più. D'un tratto, il mattino dopo ha bisogno di respirare. ciondola da una stanza all'altra con minou avviticchiata. vestita alla turca con una tutapigiama da duenne e le maniche annodate in vita. "perchè le maniche non entrano e in quella di kitty, si?" "perchè sei diventata grande". "mi prendi?", " si, mamma ti prende". emmedimamma temporeggia, un pò in colpa e con i pensieri a zonzo come mosche.... La notte e' stata sofferta. Acqua. Pipi regredita ed emozionata nel letto. E subito il signor emme a fare una pancia sotto i lenzuolo. Un monticello che asciuga. Che fa ridere minou. "mi cambi che mi sono bagnata?" recita una vocina grande. E inizia il mantra illuminante: "perché non possiamo uscire?" "Perché abbiamo la febbre". "No tu non ce l'hai". "Beh se ce l'hai tu, un po' ce l' ho anch'io" "e perché ci siamo sbucciate? Beh, io perché ho sbattuto contro uno spuntone.....mentre andavamo a prendere un mikkshache.... E tu perché sei inciampata nella ruota del passeggino di ciccino...e perché Beatrice, quella mia preferita, si e'stossata (strozzata) all'asilo? E perché non possiamo andare in pissina, perché senno' penderei freddo....una angioletto ispirato che declama con le ginocchia sotto le gambe alle due e trenta di una notte lunga, su un lenzuolo quadrettato. E non e' come prima. Quando, piccina e vociante, a comando emmedimamma si svegliava, a comando si riaddormentava. No. Adesso imbraccia il telecomando e, nottetempo, si gode peppa pig su Raiyoyo, fino alla prossima declamazione....angelica.

giovedì 15 marzo 2012

Mamma K

Mamma K viene da lontano. Ha gli occhi nostalgici di chi vuole tornare a casa. Siccome non puo' si aggira solo con i sole, insieme ai suoi bimbi. Sono due. Il piccolo e'venuto all'improvviso. Un incontro abborracciato senza farsi sentire da babybimba che dorme accanto. Nel lettino, poco più in la. Il piccolo pero' e'un maschio. Mamma k lo mostra come un trofeo. Lo offre alle braccia altrui come un bambinello da baciare quando viene Natale. Lo infagotta in panni d'altri bimbi. Lo infagotta anche se a casa ci sono trenta gradi. Anche se la tv rimane così a lungo accesa da aggiungere calore al calore. Mamma k prepara da mangiare per gli ospiti inattesi. Quelli che il signor M le porta all'ultimo momento. E lei scatta su come un corazziere. Lo sguardo "scusatemadevoandare". Ma viene da un posto lontano e ha imparato a dire di si. Ha imparato a fare il pane in casa. Sparge il profumo per tutte le stanze. E' un profumo concentrato, la casa e' piccola e, se chiudi le porte diventa un guscio. Ma e' il profumo di casa sua e si culla in quell'abbraccio di lievito e farina. E intinge una fetta nel formaggio cremoso che viene da Casa e lo addenta come se lo mangiasse per la prima volta. Mamma k e' abituata alla fatica. Anche a quella di essere sola. L'ha fatto anche con il secondo pancione, mentre guardava il mondo dall'alto della scala. E lassù, la pancia sembrava più grande e tremendamente vicina. Ma le tende aspettano, potrebbero portare troppa polvere. La mente deve pure rimanere accesa su qualcosa. Le ore vanno riempite. Mamma k ha l'asse da stiro sempre a portata di mano. Un piede sulla carrozzina, a spingere avanti e indietro il piccolo "che no, mammina non ti puo' prendere adesso".Un occhio puntato sul ciuffetto di babybimba che ha i capelli sempre in ordine che non deve dire eccitata "mi scappa la pipi". Che la suocera ha messo sul vasino, che tanto scende lo stesso. Che non ti sporcare, senno' poi devo pulirti e lo vedi tuo fratello piange". Che guarda la tv e impiega tanto tempo per mangiare. Che trattiene il cibo in bocca come un abbraccio da non lesinare. Mamma k guarda, spinge e stira. Il cuore gettato oltre. Oltre il mare, verso casa.

domenica 11 marzo 2012

Mamma T

Mamma T.si sente una ladra. Con gli occhi bassi segue il ticchettio di mani altrui sulla tastiera:l'operatore tra un po' stringerà tra le mani banconote fruscianti. Vaglia veloce da riscuotere, un ponte su cinquecento chilometri di distanza. Li prende. E già sono pieni di tutte le cose che diventeranno. Via le sopracciglia in eccesso, per addolcire lo sguardo. Unghie laccate, che e' solo quattro euro e poi qui non le piace come fanno la manicure. Non le piace la pinzetta che si accanisce con le sue cuticole. Dal parrucchiere? Taglio nuovo di capelli? Riflessante naturale? Troppo. Sono più di settanta euro. E pazienza se il ciuffo di capelli che copre la tempia destra s'ispessice di bianco. Non si vede. Lo vede solo lei, ogni mattina. Davanti allo specchio. I capelli in un torchon appuntato con una matita, che le pinze spariscono sempre come gli accendini quando desideri una sigaretta, nemmeno fosse l'ultima. Ogni mattina un sospiro. Una ventata d'ossigeno per quelle tremende rughe d'espressione? Una seduta costa sessanta euro. E poi non sono mica Madonna? Andrà bene la crema rimpolpante. Ma mamma t non e' costante. E' tenace. Ma non basta. Ci vuole impegno, disciplina. E soldi. E poi come si fa? C'e'babybimba. Il regalo da fare per l'amichetto dell'asilo. Il guardaroba di primavera, i libri per nutrire la sua mente... Pensa alla Camilla che non ha preso dal distributore. Una rinuncia piccola. Come tante. Ha imparato a non desiderare. A riempirsi gli occhi di quello che guarda. Tutto risparmiato per lei, la sua bambina. Perché deve avere il meglio. A volte il meglio e' una mamma che rinuncia. A volte basta il sorriso che le rivolge, gli occhi come un punto interrogativo e, mi ha portato una sorpresa? A volte mamma t risponde che e' lei la sua sorpresa e, con apprensione, aggiunge, non ti basta? Mamma t non lavora. Ha scelto. O semplicemente ha subito. A volte e' felice. A volte no. Quando vede ondeggiare borse avviluppanti e disinvolte di prada, su braccia sicure e sguardo alto e lontano, non e' molto felice. Pensa a quello che non ha. A quello che non potrà dare a babybimba. Allora si cruccia, si chiude e proprio non ce la fa a reagire. A trovare la strada. Quando e' infelice e le sembra di annaspare, perché, diciamola tutta, mamma t e' depressa, i capricci di babybimba diventano uno scontro bruciante. Fatto di rabbia e di urla. Di "hofattoquestoperte" e altre cose indicibili sulle quali versa lacrime calde. Da sola. Per non farsi vedere. Quando le urla salgono e le mani diventano gesti perentori che ordinano senza pronunciare alcuna dolcezza, baybimba le dice che non si grida. E mamma t diventa piccola piccola. Tace e si dice nonlofacciopiu'. Torna ad essere felice. Vorrebbe tornare alla sua vita precedente. Prima di babybimba. Vorrebbe lavorare. Allora le prende il magone perché e' insicura, perché l'assenza allontana. Anche una madre da una figlia. Perché i bimbi non sono macchine da parcheggiare. Perche' vorrebbe esserci sempre per babybimba e non vuole sperimentare modi diversi dall'esserci. Rimane sospesa così. Fino alla prossima volta in cui sarà infelice. Ma ha promesso, nonlofacciopiu'.

sabato 10 marzo 2012

Mamma K

Mamma K viene da lontano. Ha gli occhi nostalgici di chi vuole tornare a casa. Siccome non puo', si aggira solo con il sole, insieme ai suoi bimbi. Sono due. Il piccolo e' venuto all'improvviso. Un incontro abborracciato senza farsi sentire da babybimba che dorme accanto. Nel lettino, poco piu' in la'. Il piccolo pero' e' un maschio. Mamma K lo mostra come un trofeo. Lo offre alle braccia altrui, come un bambinello da baciare quando viene Natale. Lo infagotta in panni d'altri bimbi. Lo infagotta anche se a casa ci sono trenta gradi. Anche se la tv rimane così a lungo accesa da aggiungere calore al calore. Mamma K prepara da mangiare per gli ospiti inattesi. Quelli che il signor M le porta all'ultimo momento. E lei scatta su come un corazziere. Lo sguardo "scusatemadevoandare". Ma viene da un posto lontano e ha imparato a dire di si. Ha imparato a fare il pane in casa. Sparge il profumo per tutte le stanze. E' un profumo concentrato, la casa e' piccola e, se chiudi le porte, diventa un guscio. Ma e' il profumo di casa sua e si culla in quell'abbraccio di lievito e farina. E intinge una fetta nel formaggio cremoso che viene da Casa e lo addenta come se lo mangiasse per la prima volta. Mamma K e' abituata alla fatica. Anche a quella di essere sola. L'ha fatto anche con il secondo pancione, mentre guardava il mondo dall'alto della scala. E lassù, la pancia sembrava più grande e tremendamente vicina. Ma le tende aspettano, potrebbero portare troppa polvere. La mente deve pure rimanere accesa su qualcosa. Le ore vanno riempite. Mamma K ha l'asse da stiro sempre a portata di mano. Un piede sulla carrozzina, a spingere avanti e indietro il piccolo "che no, mammina non ti puo' prendere adesso". Un occhio puntato sul ciuffetto di babybimba, che ha i capelli sempre in ordine, che non deve dire eccitata "mi scappa la pipi". Che la suocera ha messo sul vasino, che tanto scende lo stesso. Che non ti sporcare, senno' poi devo pulirti e lo vedi tuo fratello piange". Che guarda la tv e impiega tanto tempo per mangiare. Che trattiene il cibo in bocca come un abbraccio da non lesinare. Mamma K guarda, spinge e stira. Il cuore gettato oltre. Oltre il mare, verso casa.