sabato 16 giugno 2012

ripensamenti

seno gonfio. svenimenti inusuali. e poi stanchezza. e poi sonno. no, un 'altra volta. no, un altro figlio. appena l'ho scoperto l'ho chiamata. sono stata fotunata. era d'estate. l'ho chiamata, angela, la mammana.

no, per telefono, no arrivo subito e vediamo quello che si può fare.

aspetto. e prego. fai presto, angela. adesso che sono sola. qui in questa baita di montagna sotto il cileo
d'estate. dimmi cosa devo fare che io un altro figlio non lo voglio

eccomi, eccomi. mi tasta il ventre. mi tasta i seni. le mani adunche e ruvide.

ecco quello che devi fare.

per giorni e giorni, ogni mattina il mio risveglio era di fuoco. acqua come fuoco versata sui piedi, acqua come fuoco versata sul ventre. i denti stretti a chiudere il dolore dell'acqua come lava. ma io questo figlio non lo voglio. i piedi rugosi e rossi ammollati come il pane per le polpette.
giorni e giorni di questa abluzioni. alla fine ne ho perso il conto.

la pancia spuntava contro il fuoco e le polpette. il seno stillava promesse di latte.
niente, niente da fare. tu c'eri e volevi uscire da me. io c'ero e non ti volevo.
ho smesso di combattere.

quando sei nata, ti ho amata subito. ti ho amata di più perchè ti volevo di meno.
adesso che la pelle si arrende alle pieghe del grasso, solo io continuo a sapere. solo io continuo a vederla.
è una cicatrice. con tante striature bianche.

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