venerdì 26 ottobre 2012

parole ai bimbi, nove

non c’è stato nessun ahia! guarda dove metti i piedi che se non guardi dove metti i piedi, cadi sempre! (a fabrizio, 5 anni)
dai che siamo in ritardo e il biscotto non lo mangi più! (a martina, 2 e mezzo)
vediamo se uscite dall’acqua con le buone o con le cattive. chiamo la capitaneria di porto e vi faccio venire a prendere (a elisa e sofia, cinquenni)
tu i capricci non li fai. con noi non si fanno i capricci! (a lorenzo, 5 anni)
e che sono sti pianti da bimbo cattivo? (a marco, 4 anni)
vedi com’è brava quella chiara che non piange? (a chiara, 18 mesi)
scivola normale, non a pancia in giù. se la nonna di giulio non vuole glielo dice. tu pensa per te. (a emanuele, 5 anni)
guai a te se ti trovo in piedi! (a margherita, 3 anni)
ti ho comprato 5 euro di cose inutili. ti avevo chiesto collaborazione! (ad antonio, 5 anni)
vedi di scatenarti tutto insieme! i soldi sono finiti te li sei ciucciati tutti! (a lorenzo, 4 anni)
no, non toccare la terra che ti sporchi le manine! (a daniel, 18 mesi)
tanto è cosi: dagli otto anni poi non sono più loro (a tutta al categoria degli ottenni)
ti faccio piangere! Lo sai, eh!! (a lucia, 3 anni e mezzo)
quanto sei cattiva a nonna! Non sei come gli altri bambini tu! Quanto sei cattiva! (a martina, 6 anni)
basta non piangere più! Che vergogna! (a ludovica, 3 anni)
prima di tutto si dice “vieni”, no “vieno”! inizia a parlare in italiano, no nella tua lingua! (a sofia, 2 anni e mezzo)

lunedì 15 ottobre 2012

emme-minou's plumcake

ambientazione: interno. di pomeriggio. perché sia meno lungo. perché minou ha deciso che il pomeriggio non dorme più;
musica: canzoncine di natale (anche se mancano quasi due mesi, ma noi siamo avanti); pink floyd (un ossimoro); giovanni allevi (con tutti i suoi ricci contro i capricci);
voci fuori campo: gira dolce, dolce, come sai fare tu. così, mamma? (la ciotola sembra un vortice tra scilla e cariddi). più piano, piccolo chef! (diritti d'autore a ratatouille); posso mettere? te lo dico io quando puoi versare la farina, mamma! posso? no, ancora no. ... dove vai? Vado a giocare, chiamami quando devo versare la maizena. Va bene!
ispirazioni: plum-cake allo yogurt by giallozafferano; giocare insieme.
il tocco di emme e minou: farina di farro (180 gr.); maizena (60 gr.); yogurt alla banana ( due vasetti, l'unico che abitava il figrorifero blu); vanillina (il frigorifero blu era disadorno di limoni gialli)
forma: un tondo con i fiori. Perché le forme ci piacciono strane. Contro.
sensazioni: la casa e' avvolta. Il profumo si srotola. lambisce. una danza. invitante
come il nostro plum-cake. buono per davvero.

sabato 13 ottobre 2012

con lui

Con lui cammina. non chiede di stare in braccio. dondola la mano nella sua con l'esuberanza di una piccola donna. con lui va a comprare il gelato. una vocina flautata. e lui, zac, indossa la felpa, quella blu, che lo fa bello, bello assai, da mangiare. quando torna spumeggia “mamma, mamma”. afferma. gioisce. abbraccia. il muso incioccolatato.
con lui chiude la porta della stanza e gli dice di non entrare, perché la sera torna tardi e si è dimenticato di lei. emme a volte interviene. a volte tace. a volte si rifugia nell'etere.
con lui fa le facce shark. da squalo. le onomatopeie che a emme danno tanto fastidio. pow - pow, in coro. due goliardi coetanei.
con lui si ritrae al risveglio. e con perentorietà acerba e immediata comanda: voglio stare all' angolo.
a volte, quando li vede dondolare mano nella mano, dalla terrazza, emme pensa di avere ricevuto il suo pausillipon. la sua interruzione. e la guarda con struggimento. con la nostalgia di una cosa che poteva essere e non sarà perché questo amore in boccio ha il clamore del distacco. ma non fa male. è solo che accade perché deve accadere. e confessa, senza vergogna, che ieri ha tirato minou fuori dalla sua culla, che troneggia davanti al lettone come un soprammobile impolverato. 
"mamma, mi copri?". "si".
ma il cuscino le sembrava troppo grande per una testa sola.
capelli confusi nei capelli. respiri confusi nei respiri.
un desiderio intenso di averla accanto. perché ancora si può.

mercoledì 10 ottobre 2012

Sospensione


E ti rendi conto. Che si è trattato solo di una sospensione. Dalla realtà.
Che i capricci sono sempre gli stessi. Sfiniscono e disorientano.
Che il romanticismo si ostina nella sua assenza.
Che la chiusura s'infrange sulla chiusura.

E ti rendi conto che basta poco per pesare le persone.
Adeguarsi alle freddezze. Rispettare un codice sottile e non detto.
Che basta poco per sorprendersi. Rimanere con le mascelle aperte.
per commuoverti. Per l'incatato stupore della purezza

E realizzi che la difettosa sei tu. Si.
.
E ti ricordi che dei biscotti ti piaceva impiastricciarti le mani con le briciole. Sul fondo del sacchetto.

E sulle labbra aleggia un sorriso ebete. Quello, bambino, della sospensione. Un'ora. Solo una.

lunedì 8 ottobre 2012

emme va in tv

Quando una donna diventa mamma, si sente sola. A un certo punto, da subito o in mezzo, durante o dopo, si sente sola. Di una solitudine abbarbicata sui trampoli. I trampoli della felicita. Perché una neo mamma e una mamma, per definizione, devono essere felici. Senza turbamenti. Come può essere il contrario, in fondo?e quando senti quel groppo. quel vuoto allo stomaco. e quando credi di non essere in grado, taci. Abbassi il capo e continui. Perché sei una donna che è diventata mamma. Per certo sei felice. Per certo sei da sola. un silenzio che non ha parole perché s'imbatte nella vergogna. Come fa a dire una mamma che non si sente all' altezza. che non riesce a farsi una doccia, una ceretta? Per certo, non lo si può comunicare, così nell'impellenza del bisogno. Provi a smorzarlo con l'ironia. Una risata salverà il mondo e anche te. Provi ad analizzarlo con pesantezza, quali mondi ha schiuso il mio ventre? Provi a definirlo. La via per il senso di colpa e' spianata. A volte basterebbe solo incontrarsi e riconoscersi. A volte basterebbe solo non sentirsi giudicate. Già ci pensa il superio, dall' alto di uno scranno irraggiungibile. Se ne parla. Se ne dice. Leggi libri. E vaghi su forum oppure no.

Oppure componi un numero. E' quello del melograno. E' quello di vicine, vicine.

Un progetto nato e voluto fortemente per incidere il silenzio. Il silenzio della solitudine delle mamme. Che hanno bisogno d'aiuto. Ma non sanno dirlo. ed è un aiuto concreto. dolce. leggero.

poi domani mattina, ne potete sentire parlare in TV. a uno mattina. nella rubrica storie vere. dalle 11.00 alle 12.00.

ah, dimenticavo ci sarò anch'io!

giovedì 4 ottobre 2012

Quarantasette mesi

prima che l'otto si aggiunga inesorabile. Prima che tu diventi una quattrenne indomita. prima di tutto.
oggi festeggiamo.

un plumcake al cioccolato, con le chiacchiere ai fornelli di donna di repubblica, in uno stampo da palla da rugby, con le estremità ricurve e sbilenche. è questa la nostra forma di dolce. con aggiunta di farina di riso e gocce di cioccolata. la variante di emme-minou. per dire che quelle mani sono mie. quelle manine sono tue.

un plumcake da portare all' asilo. perché il distacco sia più dolce e meno dura la panca rossa su cui ci scambiamo baci e abbracci lunghi, lunghi fino all' ora di pranzo.

l'ho fatto mentre dormi. arranocchiata. e di notte, formiamo una T.
l'ho fatto nel silenzio, quando tutto è avvolto e spumoso.

oggi festeggiamo. perché, ogni mese, ma adesso di più, celebro, l'imperfezione del sette. prima che si tramuti in otto, un infinito all'insù.

martedì 2 ottobre 2012

spezzate

e poi qualcosa si spezza. e non sai più come riannodarlo. perchè sei grande.
e un giorno diventi spettatrice di giochi bambini. e sai che quel mondo non è tuo.
e all'improvviso ti rendi conto del calcare che indurisce i tuoi tratti. che proprio non vogliono saperne di sciogliersi. e cerchi invano un trattamento muriatico che vada bene per gli esseri umani.
e d'un tratto realizzi - ma lo sapevi, oh se lo sapevi - che da qualche parte, si è annidata la dolcezza. ma rimane nascosta. per vedere l'effetto che fa.
e così sperimenti di quanto sia difficile atteggiare il volto in un sorriso.
e per caso consideri che è così. che ci sono limiti che segnano un non ritorno. che una volta superati, avvincono lo stomaco in conati inespressi.
e alla fine non sai dire, ma mantieni un silenzio nodoso. più pesante di mille di parole.
e di colpo, intendi che, basta un frase, una frase bambina, per fare affluire tutto quello che avevi nascosto. e le guance sono accaldate. e corri a dare quell'abbraccio negato. e ti affretti a dire che non succederà più.
e per beffa, l'attesa ti ha bugerato. ma credi che quell'attimo tu possa riaverlo indietro.